Terzo giorno di proiezioni al Sardinia Film Festival.
Le proiezioni del terzo ed ultimo giorno del Premio Villanova Monteleone per il miglior documentario italiano sono iniziate alle ore 17,00 nella sala conferenze di Su Palattu e ‘sas iscolas.
La prima proiezione è stata “Cent’anni di corsa” di Domenico Perrino, una storia vera basata sulla vita di Giuseppe Ottaviani, un atleta centenario che ha fatto della corsa una filosofia di vita.
Successivamente è stato proiettato il documentario “Pictures from life“di Luciano Accomando, toccante progetto che analizza tutti gli aspetti dell’immigrazione. Dalle inquietudini e paure di chi non ha mai visto il mare prima della traversata per l’Italia, al disagio sociale vissuto una volta arrivati nella Penisola, emarginati da una società che annienta le speranze di chi viaggia per cercare una vita migliore.
Il documentario affronta tutte le sfaccettature dell’immigrazione, a partire dalla condizione lavorativa e delle difficoltà dell’inserimento nella società, fino ad arrivare all’arte e allo sport.
Tra le esperienze, c’è una frase che colpisce parecchio: “Io detesto quando gli italiani dicono: non sono razzista, ma.. perché in tutti quei “ma” c’è la shoah, in quei “ma” stanno tutte le più grandi tragedie conosciute“.
È poi arrivato il turno di “Sardinia in a day” di Fabrizio Piras, Remo Scano e Gabriele Peru, caldamente accolto dai partecipanti in sala. Si tratta infatti di un documentario sulla Sardegna raccontata dai suoi abitanti che hanno partecipato attivamente inviando ai registi stralci delle loro giornate.
Dopo le proiezioni è seguito un intrattenimento musicale itinerante della band “Devil street band”che si è concluso con l’inizio delle proiezioni serali, in Piazza Piero Arru.
La serata ha visto come ospiti principali Cecilia Mangini e Gesuino (detto Gino) Pireddu, boxeur intervistato dalla regista nel 1969 per il suo documentario “Ring Sardegna“.
La Mangini era completamente ignara della presenza di Pireddu e ha reagito con forte emozione all’incontro, dopo oltre cinquant’anni dall’intervista, che è stata proiettata poco dopo.
Accanto al pastore-pugile di Bolotana, il documentario racconta il sogno di riscatto sociale di tanti altri meridionali ed in particolare di tanti sardi, come Pietrino Langiu, muratore di Ozieri.
Di seguito, il pubblico ha seguito la proiezione dell’ultima opera in concorso, “Cinema grattacielo” di Marco Bertozzi. Il grattacielo più famoso di Rimini è il narratore dei cambiamenti che hanno completamente trasformato la città, a partire dal “sogno italiano” che ha accompagnato la sua costruzione alla fine degli anni ’50 sino ai giorni nostri, dove è divenuto un microcosmo di multiculturalità.
A partire da questa sera alle 21,00, Lo Quarter di Alghero ospiterà le proiezioni dei cortometraggi della sezione Fiction Internazionale e sarà inoltre la location di appuntamenti unici come le masterclass del regista Artur Aristakisyan e del premio Oscar Aleksandr Petrov.
In seguito, il SFF farà tappa a Bosa, Stintino e Sassari, dove verranno assegnati i Premi di questa XIII edizione. Tra questi vi sono due importanti novità: il Premio Unipol Sai per la migliore fiction internazionale e il Premio SIAE- SILLUMINA per il Miglior Autore Italiano under 35.