La magia del cartoon sta nel suo elemento nascosto: al Sardinia Film Festival andiamo a scoprire quale.

Vi capita di pensare a quando, da piccoli, un cartoon di dieci minuti pareva durare un soffio? Non ci bastavano mai, come anche adesso perderci negli anime.
E quanti amano alienarsi nella dimensione sognante e poetica dello Studio Ghibli?

Allora ci chiediamo: cosa rende così magico il mondo dell’animazione?

Verrebbe da dire che ci ricorda lo spazio giocoso del “tutto è possibile” dell’infanzia, magnificato dagli effetti speciali più incredibili che diventano accessibili, verosimili.

Ma crediamo non sia soltanto questo, e abbiamo posto la domanda al direttore artistico Luca Raffaelli.

Servirebbe un libro, a suo dire, per raccontare quanto rende magico il mondo dell’animation, ma la sua breve risposta è stata oltremodo interessante: la magia dell’animazione sta nel suo rapporto con il tempo.

Se pensiamo al lettore abituale di fumetti (qual è il nostro Luca, per esempio) egli è padrone del tempo, e dell’atmosfera che crea nella sua testa durante la lettura.

L’osservazione di una vignetta può durare un attimo, o pochi secondi fino a lunghi minuti. Diventa il regista di una personale immaginazione cinematografica della storia che legge.

Nel cinema di animazione le cose sono sicuramente in parte differenti, in quanto il tempo viene scandito dal regista in maniera arbitraria, ma nonostante questo viene comunque avvertito come surreale, <<c’è uno scambio immaginativo fortissimo tra spettatore e regista>>, dice Luca.

Facciamo un piccolo esempio, con una serie animata cult nota davvero a tutti: pensiamo ai Simpson. Nell’arco dei ventidue minuti di una puntata si susseguono le avventure più incredibili, in un tempo spesso dilatato, per poi tornare tutti al punto di partenza su l’iconico divano. La serie è una sorta di meta sitcom, è vero, ma lo spettatore è totalmente coinvolto negli eventi che sembrerebbero sconvolgere la vita dei protagonisti… per poi stupirci dell’abilità dell’autore di riportarci allo start, il più delle volte come nulla fosse accaduto, ritrovando quella familiarità simpsoniana che ben conosciamo.

Come in un sogno dal quale ci svegliamo, insomma.

il cinema d’animazione, senza scendere in banalità, è spesso <<concretizzazione di una fase onirica>>, ed è questo a renderlo unico e meraviglioso, godibile per lo spettatore, che si immerge in un tempo non suo, è onironauta secondo le indicazioni dell’animatore.

Questo era un semplice esempio, ma vedremo tanti cartoons e short films che renderanno meglio il concetto, durante questa animatissima edizione del Premio Sardinia Film Festival.

Abbiamo reso l’idea? Siamo curiosi a questo punto di sentire la vostra.
È davvero il tempo (o la sua dimenticanza) a rendere magica l’animation?

 

ph. Pigeon-Impossible di Lucas Martell vincitore SFF 2010 sezione animazione